«Il silenzio è la forma di vita più “fragorosa” che possa esserci» (Giorgio Berchicci)

······Carissimo amico,
anche io non ho niente da dire: e se fosse questa la vera rivoluzione dei nostri tempi?
······Come tu ben sai, siamo nell’epoca della telematica, dell’informatica, dell’eccesso di comunicazione... Non sono capace di far passare una giornata senza telefonare a qualcuno per non dire niente di sensato, solo come stai? che stai facendo, ci vediamo? andiamo a mangiare qualcosa insieme? etc etc. È un sistema sicuro per illudersi di essere meno solo, credi pure di avere l’affettuosa amicizia della persona a cui telefoni: poi, quando smetti di telefonare, non ricevi una telefonata in cui ti si domanda “scusa, ma perché non mi chiami più?” Silenzio assoluto, come se tu non fossi mai esistito, tanto da farti pensare che forse quelle telefonate che hai fatto per tanto tempo a queste persone in realtà non sono state fatte. E quella voce che hai ascoltato per tanto tempo non corrisponde ad un corpo animato.
······Alla fine mi sto convincendo che il silenzio è la forma di vita più “fragorosa” che possa esserci, e in questo momento capisco l’eremitaggio, non solo cattolico, naturalmente, ma anche di altre discipline religiose e non. Come pure capisco in fondo le motivazioni di Ezra Pound, e la tematica ossessiva del niente di Samuel Beckett... Parlare, parlare, parlare, senza dire niente di importante e senza aver niente da dire... In politica è la norma, siamo letteralmente inondati di parole prive di collegamento con la nostra realtà, di problemi che riguardano solo il personale politico, senza alcun aggancio al mondo in cui viviamo. Dopo aver letto per tutta la vita ritorno al nulla, trasportando dentro di me le sensazioni indicibili provate nella lettura di Jacques Lacan e di James Joyce, quindi, non dando nessun senso alle cose né al significato delle parole – perché è qui il punto nodale del discorso, dare un significato a delle emissioni... – e adesso basta, altrimenti le mie paturnie diventano un significato pur non essendo un significante.
······Ciao, Giorgio ················································································ da Giorgio Berchicci 23.7.2008





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