pubblicato il 6.1.2007 su www.altromolise.it

Concerto dell'Epifania,

successo a Isernia per il maestro Fernando Raucci

Scontato. Date a Fernando Raucci un’orchestra all’altezza e i risultati si vedranno. Non si improvvisa una serata come quella di ieri con due ore scarse di prove se non si dispone di uno strumento affidabile. Tale si è rivelata l’Orchestra sinfonica nazionale di Kiev, in tournée in Italia in questi giorni.

Non ne dubitavamo. La tradizione musicale dei paesi dell’ex impero sovietico è tra quegli elementi che neanche il più fanatico degli anticomunisti potrà mai contestare. Cosa ne rimanga è arduo stabilire. Il paradosso di queste compagini costrette oggi a percorrere in lungo e in largo paesi come il nostro per riuscire a raggranellare qualche spicciolo dagli apocalittici e scandalosi bilanci delle amministrazioni locali (ma pagheranno?...) è evidente. Ma sono altrettanto evidenti la professionalità e l’intelligenza musicale di questi professori d’orchestra, capaci di afferrare e tradurre immediatamente in pratica ogni suggerimento e impulso proveniente dai direttori chiamati di volta in volta a plasmarli. E la lista dei nomi impegnati nei decenni (ahinoi, sempre più lontani) in questo compito dà i brividi: Mravinskji, Stokovsky, Svetlanov, Kondrashin, Rozhdestvenskji, Markevich... Non possiamo affermare che l’orchestra ucraina figuri nella top ten (o top twenty) dei complessi europei odierni, questo no, ma, per poco che possa valere un curriculum, c’è solo da inchinarsi. Se di routine si tratta, è una routine di invidiabile livello.

Cosa ha saputo tirar fuori il direttore isernino da questo corpus? Ad aprire il concerto è stata l’Incompiuta di Franz Schubert. Raucci ha affrontato con sicurezza e piena padronanza la sinfonia imponendo al primo dei due movimenti un andamento sostenuto, da tradizione americana piuttosto che europea, e senza rinunciare a porre nel dovuto risalto l’irrisolta ambiguità ritmica che costituisce uno dei tesori più preziosi riposti nella partitura dell’“Allegro moderato”, mentre alle asprezze che nel corso dell’“Andante con moto” intervengono a usare violenza sull’illusorio tono lirico più propriamente schubertiano dell’apertura Raucci ha saputo imprimere quel carattere di inesorabilità che lascia nell’ascoltatore una sensazione di compiutezza che non è escluso abbia a suo tempo esercitato sullo stesso autore un freno alla prosecuzione dell’opera.

Triplo salto mortale con avvitamento, il passaggio da un Franz a un altro. Dopo l’Incompiuta, il Primo concerto di Liszt. Apprezzabile l’intesa del direttore e dell’orchestra con il ventiquattrenne boianese Simone Sala, estroverso e audace nell’approccio all’impegnativa parte solistica. Caratteristiche che talvolta fatalmente confliggono con la precisione del dettaglio nei passaggi più acrobatici ma che hanno il pregio di conferire alla composizione il giusto clima espressivo. Il convincente esito complessivo è stato confermato dalla Toccata di Khaciaturian eseguita come bis. Un augurio a Sala? Che l’ansia di affermazione e di successo riesca a convivere in modo equilibrato con la passione per lo studio che è sembrato di poter dedurre dalla condotta del giovane pianista durante le prove del concerto e che soprattutto non gli sia d’ostacolo sulla strada dell’affinamento della tecnica.

La sezione “pop” del programma affiancava ai quattro entr’actes della Carmen di Bizet, brillantemente eseguiti, la Pizzicato-Polka e Sul bel Danubio blu di Johann Strauss jr., resi con vivacità e precisione. Certo, la viennesità non si inventa dall’oggi al domani, particolarmente nei valzer (l’avremmo preferita alle prese con un autore russo, quest’orchestra, e speriamo che ci sia offerta in futuro questa possibilità). Ma la compattezza dell’ensemble unita alla meticolosità e alla cura del dettaglio di cui ha fatto sfoggio Raucci (bellissimi l’attacco e l’introduzione del celebre valzer) ha regalato alla serata e al pubblico entusiasta un finale travolgente, arricchito dalla scintillante Tritsch-Tratsch Polka dello stesso Strauss concessa come bis.

Beckmesser

 

 

 

Raucci, Sala e l'Orchestra di Kiev in prova nell'Aula Magna dell'Università a Isernia il 5.1.2007

 

Se mi permetti c'è una citazione incorretta quando tu dici: con due ore scarse di prove se non si dispone di uno strumento affidabile. Ci sono state due prove da tre ore l'una. La prima fatta il giorno 4 di Gennaio e la seconda ad Isernia. Credo che sia importante questo dettaglio e apprezzerei molto se tu potessi cambiarlo. Pur rimanendo convinto che l'orchestra è stata uno strumento affidabile.

Fernando Raucci


 


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